Dibattito sul lavoro
Perché perdere la tradizione dei lavori manuali?
E' forte in Italia il rischio, per le giovani generazioni di lavoratori, di perdere o voler perdere le abilità manuali.
Al Meeting di Rimini, durante l'incontro che ha avuto come tema "Giovani, formazione e lavoro" il cui ospite principale e' stato il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, affiancato da rappresentanti degli imprenditori, delle agenzie del lavoro, dei consorzi, delle associazioni datoriali, si è ampiamente dibattuto circa il rischio concreto, per l'Italia, di perdere inopinatamente la propria tradizione legata al lavoro manuale.
Si tratta di saper conservare "la cultura del fare le cose" che certamente rappresenta, soprattutto in questo momento economico, una delle armi più incisive con cui il nostro Paese può competere a livelli internazionale.
Nel dibattito, durante il citato incontro del Meeting di Rimini, e' emerso che purtroppo, in alcuni settori manifatturieri, esiste il rischio concreto di una vera e propria estinzione/sparizione delle relative professionalità.
E' stato, al riguardo, portato ad esempio come su un contingente di 150 studenti, accolti per avviarsi alla prestigiosa scuola dei "maestri liutai", nessuno dei giovani selezionati era di cittadinanza italiana.
Il Presidente della Associazione consorzio scuole-lavoro, Dario Oddifreddi, parla di eccessiva distanza tra programmi di studio e implicazioni lavorative, e' necessario accorciare la distanza che risulta maggiormente acuita da un sistema scolastico, quantomeno da rivedere e ripensare, anche alla luce e in presenza di un abbandono scolastico, più che rilevante, soprattutto in alcune zone a rischio e/o depresse del nostro Paese; ad una formazione professionale anch'essa resa poco appetibile e sotto qualificata; ad un "apprendistato" che offre, allo stato, nonostante i recenti sforzi del Legislatore, un canale occupazionale non pienamente sfruttato ed enfatizzato.
Nella discussione e' anche emersa la tematica legata a "Garanzia Giovani" e specificamente al fatto che si investe troppo poco relativamente al cosiddetto "accompagnamento al lavoro". Tale posizione e' stata interpretata dal Vicepresidente di Assolavoro, Stefano Colli-Lanzi, che ha portato l'esempio della Sicilia e del Piemonte dove, rispettivamente, a fronte di disponibilità pari a 179 mln e 97 mln ne vengono spesi di contro, solamente, 6 mln e 12 mln.
Al riguardo, il Ministro del Lavoro, difendendo complessivamente il programma Garanzia Giovani ha affermato che, pur in presenza di velocità di azione differenti, tra Regione e Regione, dal report ultimo del mese di agosto, risultano registrati al portale ben 162 mila giovani, che, sono cosa non da poco, tenuto conto che è un dato ottenuto a distanza di soli quattro mesi, partendo da zero.
Comunque si guardi la situazione e' bene porre attenzione a quanto viene fatto per promuovere convintamente il lavoro definito "manuale" artigianale e non che rappresenta, di contro, una delle opportunità per combattere questa piaga dolorosa che è la mancanza di lavoro, che ha nuovamente raggiunto, secondo i dari odierni pubblicati dell'ISTAT nel mese di luglio 2014, la percentuale monstre del 12,6%.
Stefano Olivieri Pennesi
(29 agosto 2014)
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