GIUDIZIARIA
Scomparsa di Denise, la sorellastra incastrerebbe Anna Corona. Aperto un fascicolo per omicidio
A dieci anni dalla sparizione della piccola una intercettazione segna una svolta nel giallo. La prova presentata durante il processo di secondo grado a carico di Jessica Pulizzi accusata del rapimento della piccola
"Quanno eramu 'ncasa, a mamma l'ha uccisa a Denise". Queste le parole che Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise Pipitone, la bambina sparita nel nulla il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, avrebbe bisbigliato alla sorellina minore Alice, mentre le due si trovano a casa della madre Anna Corona. Una serie di parole bisbigliate e intercettate dagli inquirenti che sono state rese note solo nell’ultima udienza 5 dicembre davanti alla terza Sezione della Corte d’appello di Palermo dove si svolgeva il processo di secondo grado a carico di Jessica. Sono passati dieci anni dalla sparizione della bambina e oggi, proprio a seguito della presentazione di questo dialogo emerso dopo un difficile lavoro di “pulizia” del nastro inciso quaranta giorni dopo la denuncia, l’11 ottobre del 2004, la Procura della Repubblica di Marsala ha aperto un fascicolo per omicidio.
Alle parole di Jessica, la sorellina replica con una domanda: “A mamma l'ha uccisa a Denise?” e Jessica a questo punto taglierebbe corto replicando: “Tu di sti cosi unn'ha parlari” (tu di queste cose non ne devi parlare). Ma l’intercettazione proseguirebbe con la replica della piccola Alice: "E' logico".
Jessica era stata già accusata del rapimento della piccola, accusa per la quale nel 2013 era stata assolta per insufficienza di prove, a fronte di una richiesta di condanna a 15 anni di carcere fatta dalla pubblica accusa. Il sospetto dell’accusa infatti è che le due donne, con l’aiuto del fidanzato della ragazza, Gaspare Ghaled (per lui erano stati chiesti 5 anni e 4 mesi) avessero deciso di rapire la piccola Denise nata da una relazione extraconiugale del padre e marito delle due Piero Pulizzi con Piera Maggio, donna con cui ora l’uomo convive.
“Abbiamo avuto bisogno di un’opera di filtraggio e pulitura dei nastri magnetici” ha spiegato l’avvocato della parte civile che ha depositato questa ulteriore prova che, con le tecnologie di dieci anni fa non si era riusciti ad ottenere. La difesa di Anna Corona, ha contestato con forza l’intercettazione sostenendo che la frase di Jessica che, potrebbe incastrare incastrare la donna, non si sente. La frase che invece si sentirebbe meglio, quella con l’ordine di tacere alla sorella (“Tu di sti cosi unn’ha parlari”), sarebbe riferito ad altro.
La scomparsa della piccola Denise è avvenuta intorno a mezzogiorno dell'1 settembre 2004 a Mazara del Vallo (Trapani) in via Domenico La Bruna, angolo, via Castagnola, che porta velocemente all'autostrada. Denise ha svoltato l'angolo della strada, per rincorrere un cuginetto, dove abita una zia della bambina che ha riferito di averla vista l’ultima volta intorno alle 11,45 fare capolino e poi tornare verso casa, dove non vi ha fatto ritorno, il tutto è successo in pochi minuti. La madre l’aveva lasciata a casa con la nonna che stava preparando il pranzo. Il sospetto è che la bambina sia stata prima prelevata da qualcuno, poi affidata ad un gruppo di rom. Un mese e mezzo dopo la scomparsa infatti la bambina apparirebbe in un video girato da un metronotte davanti una banca di Milano in compagnia di un gruppo di nomadi. La certezza sull’identità di quella bambina ritratta nel video non è assoluta (mancherebbe la prova finale, quella del Dna), ma gli inquirenti ritengono che le probabilità siano fortissime.
Giuseppe Bianchi
(7 dicembre 2014)
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