Corte dei Conti
Cronotachigrafi "truccati", autotraspatori e cittadini rischiano la vita
Manomissione della strumentazione di bordo e tempi di guida fuori controllo. Trasportatori costretti a turni massacranti. Dopo la condanna penale arriva anche il pugno duro del giudice contabile.
Siamo nel Vicentino e le indagini condotte dalla Polizia di Stato hanno fatto emergere come un operatore nel settore della riparazione dei veicoli industriali, in cambio di cospicua retribuzione, effettuava alcune modifiche al “cronotachigrafo digitale”, dispositivo della strumentazione di bordo dei veicoli commerciali ed industriali circolanti nell’area comunitaria europea che registra tutti i "tempi e movimenti" eseguiti: tempo di guida, tempo di lavoro, tempo di riposo, tempo di disposizione, velocità, guasti.
Il copione era sempre lo stesso: gli autotrasportatori consegnavano i veicoli all’autofficina autorizzata, che smontava la parte del dispositivo da modificare, portava il materiale ad un soggetto terzo, il quale provvedeva materialmente alla modifica e restituiva i pezzi all’autofficina, che li rimontava sui veicoli riconsegnandoli ai proprietari.
Una volta modificato il dispositivo, il cronotachigrafo non registrava più tutti i dati del viaggio in corso, ma, al contrario, riportava il viaggio come periodo di riposo, con azzeramento del rilevamento di velocità, della tipologia dell’attività svolta (guida, riposo, carico/scarico) e dei chilometri percorsi.
Tale operazione risultava molto efficace contro le verifiche degli organi di Polizia, in quanto il conducente, nel momento in cui era sottoposto a controllo, poteva riportare il dispositivo al suo normale funzionamento, dichiarando poi agli operatori di essere appena ripartito da una sosta per riposo, affermazione difficilmente confutabile, se non a mezzo di lunghi pedinamenti.
La condotta illecita posta in essere risultava, pertanto, estremamente pericolosa per gli autisti degli automezzi e per la sicurezza stradale.
Le alterazioni ai cronotachigrafi consentivano ai titolari delle ditte di autotrasporto di sfruttare i trasportatori, costringendoli ad effettuare orari di lavoro in violazione delle normative vigenti, sfuggendo, altresì, ai controlli preposti alla vigilanza di tali normative, nonché quelli preposti al rispetto del codice della strada.
Lunga serie di reati contestati al legale rappresentante della ditta autorizzata all'installazione e alla calibratura degli impianti cronotachigrafici dalla corruzione, all'attentato alla sicurezza dei trasporti, nonché la rimozione ed omissione dolosa di cautele.
Un anno ed otto mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione della pena, questa la condanna del Tribunale di Vicenza patteggiata dal reo.
Ora il fascicolo e' giunto innanzi alla Corte dei Conti per il risarcimento del danno all'immagine del Ministero dello Sviluppo economico, soggetto deputato al rilascio delle autorizzazioni ai Centri Tecnici Autorizzati.
La Corte dei Conti sezione giurisdizionale per il Veneto, in particolare, con sentenza del 9 maggio ha avallato le ragioni della procura ritenendo, a seguito della condanna penale irrevocabile, presenti i presupposti dell’azione per il risarcimento da danno all’immagine.
I comportamenti del soggetto condannato erano volti allo scopo di ottenere, da soggetti privati, illecite percezioni di denaro per svolgere attività contrarie ai propri doveri d’ufficio, nella consapevole violazione della normativa comunitaria e della normativa interna, nonché nella intenzionale e grave inosservanza delle prescrizioni di cui alla autorizzazione concessa dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Il giudizio si è definitivamente chiudo con una sentenza di cessata materia del contendere in considerazione dell'avvenuto pagamento del danno quantificato dalla Procura in Euro 10.000,00.
Luca Tosto
(14 maggio 2014)
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