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Legge di Stabilità

Mobilità negli enti locali: la risposta del Governo all'interpellanza urgente sulla legge Delrio

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Rughetti, ha risposto alle domande sulla riduzione della dotazione del personale delle città metropolitane e delle province.

 

Nella seduta del 6 febbraio della Camera dei Deputati è stata posta all'ordine del giorno l'interpellanza urgente sull'attuazione delle disposizioni di cui alla legge n. 56 del 2014 in materia di mobilità negli enti locali.

In particolare, ai sensi dei commi 421, 422 e 423 della legge di stabilità 2015 si prevede rispettivamente una riduzione della dotazione del personale delle città metropolitane e delle province; si prevede l'attivazione di procedure di mobilità; si prevede, inoltre, la ricollocazione dei soggetti collocati in mobilità verso enti locali e verso regioni e, solo successivamente, verso altre pubbliche amministrazioni. 

Poi si prevede, al comma 423, che il Governo emani atti contenenti i criteri sulla base dei quali individuare il personale interessato. Con l'interpellanza in esame sono state formulate due domande:

La prima: non è opportuno procedere alla individuazione dei dipendenti da collocare in mobilità solo dopo che le regioni abbiano definito se e quali funzioni delegare ai nuovi enti? 

Seconda domanda: quali sono ad oggi i criteri sulla base dei quali debbono essere individuate le persone da collocare in mobilità? 

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Angelo Rughetti, ha risposto evidenziando che "questa interpellanza ci consente anche di fare il punto sulla attuazione della legge n. 56 del 2014 sul riordino dell'amministrazione territoriale della nostra Repubblica che è il primo pezzo della riforma della Repubblica che è partito, cui seguirà poi la riforma più complessa dell'attuazione della legge di delega sulla riforma della pubblica amministrazione centrale. 

Venendo al tema specifico che viene sollevato dall'interpellante, noi sappiamo che l'attuazione della legge n. 56 è una riforma complessa e per questo il Governo ha deciso di sostenere e accompagnare l'attuazione di questa legge attraverso degli strumenti che sono stati inseriti appunto nella legge di stabilità, a cui l'interpellante faceva riferimento, e che hanno innanzi-tutto il compito di salvaguardare gli equilibri di bilancio e organizzativi sia degli enti di area vasta che delle città metro-politane per fare in modo, come primo obiettivo, che ci sia una continuità nell'erogazione dei servizi sul territorio e, quindi, i cittadini possano avere un livello di servizi adeguato ai loro fabbisogni.

In questo senso nella legge di stabilità sono state inserite tre disposizioni particolari, la prima delle quali riguarda il personale, a cui faceva riferimento l'interpellante, e sul quale poi tornerò; un'altra disposizione riguarda la rinegoziazione dei mutui che consentirà alle aree vaste di poter dilazionare il pagamento delle rate di ammortamento e, quindi, avere maggiore disponibilità di cassa nell'anno in corso; la terza riguarda la valorizzazione degli immobili sulla quale il Governo sta proprio lavorando in questo periodo. Ma, per sostenere ulteriormente questo processo e accompagnarlo il Governo ha anche messo in atto delle linee guida che sono state recentemente firmate dai Ministri Madia e Lanzetta, e che sono state inviate a tutti gli enti, nelle quali si conferiscono delle istruzioni alle quali gli enti possono far riferimento per avere un'attuazione omogenea dello stesso dettato della legge di stabilità sul territorio. 

Oltre a questo sta per partire – e proprio la prossima settimana ci sarà l'insediamento del gruppo di lavoro – un progetto pilota che riguarderà, in particolare, anche le province della regione Piemonte e la città metropolitana di Torino, per sostenere questi enti nell'attuazione concreta delle norme della legge di stabilità, in modo che questa attuazione sia proprio accompagnata da un gruppo di lavoro, messo a disposizione dal Formez, che ci darà, in concreto, la prova della sostenibilità del processo di riordino e della sostenibilità del livello dei servizi. 

Relativamente alle due domande specifiche, nella legislazione vigente il sistema che si è delineato individua tre momenti procedurali: il primo momento è la definizione della nuova dotazione organica delle province che secondo le indicazioni della legge di stabilità, dovrà essere ridotta del 50 per cento e ciò individuerà un primo contingente di spesa da destinare a quella dotazione organica e, quindi, non un elenco di persone ma un contingente di spesa; ci sarà un secondo contingente di spesa che accompagnerà il personale, che è collegato alle funzioni che sono regolate dalle regioni, e anche qui non parliamo di mobilità ma parliamo di persone che svolgeranno la stessa funzione che svolgevano prima ma con un datore di lavoro diverso; poi, abbiamo il terzo elemento della procedura, che riguarda la mobilità vera e propria, e che sarà composto, cioè, da coloro che non troveranno allocazione né nel primo contingente né nel secondo contingente e che, quindi, avranno bisogno di una ricollocazione in altri enti della pubblica amministrazione. 

Questa è la mobilità vera e propria, questa è la mobilità ex articolo 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001, questa è la procedura di mobilità concreta che riguarderà una parte limitata del personale oggi in servizio presso le province. Questa mobilità dovrà essere fatta in un momento successivo all'emanazione delle leggi regionali o all'eventuale potere sostitutivo dello Stato, così come previsto dalla legge n. 56 del 2014, e verrà fatta in base a due elementi oggettivi: il primo è il decreto ministeriale contenuto nella legge di stabilità, che dovrà definire i criteri in base ai quali verranno scelte le persone da collocare in esubero, e verrà fatta in base a delle tabelle di equiparazione che consentiranno in modo automatico di definire, di stabilire ex ante qual è il livello e la qualifica, retributiva e funzionale, nella quale la persona, che sarà coinvolta da questa mobilità, sarà riallocata nel nuovo ente. Per avvantaggiare e per facilitare questo lavoro, lo Stato sta elaborando, sta producendo una mappatura di tutti i posti vacanti nell'amministrazione centrale, in modo da potere avere, regione per regione, a livello di osservatorio regionale, un tavolo nel quale sono rappresentate tutte le amministrazioni pubbliche, della Repubblica, su quel territorio, un elenco delle persone eccedentarie e un elenco dei posti vacanti, in modo che in quella sede si possa poi organizzare una procedura di mobilità che sia, diciamo, meno faticosa possibile per i dipendenti ma che, soprattutto, abbia come obiettivo finale il miglioramento della qualità dei servizi.

Noi oggi abbiamo un'amministrazione che ha del personale eccedentario in altri enti e, invece, abbiamo tanti posti vacanti in altre amministrazioni. I tribunali e la giustizia ne rappresentano un caso e, infatti, recentemente il Ministero ha pubblicato un bando proprio per facilitare questa procedura di mobilità da altre amministrazioni, a cominciare da quella delle province, anzi privilegiando quella delle province fino ad arrivare a quella dell'amministrazione giudiziaria. Quindi, è un lavoro complesso ma mi sembra che, per rispondere alle domande che ella poneva, i criteri verranno definiti successivamente e la procedura di mobilità sarà definita successivamente.".

 

La Direzione

(8 febbraio 2015)

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