Andamenti economici
Lavoro... eppur si muove
Il Ministero del Welfare ha pubblicato i dati del secondo trimestre 2014 sull'andamento del mercato del lavoro.
Nell'ultima rilevazione curata dal Ministero del Lavoro, riguardante i dati inerenti l'analisi delle comunicazioni obbligatorie, effettuate da parte dei datori di lavoro, sono emersi dati leggermente incoraggianti circa l'andamento del mercato occupazionale. In particolare, si sono incrementati i nuovi rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato pari a + 3,1% sul 2013 per un valore assoluto di 80.590 nuove unità su un totale di oltre 2,6 milioni di avviamenti.
In maniera analitica si evidenzia l'aumento, minimo, dei contratti stipulati a "tempo indeterminato" con un + 1,4% per 5.416 unità, mentre i contratti di lavoro a termine aumentano in maniera più consistente con un +3,9%, pari a 68.537 unità. Per quanto attiene, invece, la tipologia assunzionale dell'apprendistato, l'aumento registrato risulta considerevole, con un +16% circa. Infine, la tipologia di rapporti lavorativi instaurati in modalità collaborazione, hanno avuto soltanto un lievissimo incremento pari al +0,3%.
Per avere un quadro maggiormente esaustivo si segnalano, altresì, gli andamenti dei licenziamenti rilevati sempre nel II trimestre 2014 che sono diminuiti, rispetto allo stesso periodo 2013, del -8,6% pari a 18.826 unità, e delle dimissioni diminuite del -4,3% per un totale di 15.236 unità in meno.
In definitiva il Ministero rileva che il 75% circa delle assunzioni registrate, si polarizza nel settore dei servizi, e che il 70% delle nuove assunzioni, complessivamente rilevate, sono state effettuate con contratti a "tempo determinato".
Per quanto riguarda poi la rilevazione per "genere" si segnala un debole aumento delle assunzioni di donne, che hanno registrato un +1,8% per un valore assoluto pari a 1.308.593 di nuovi contratti femminili.
In conclusione, risulta di tutta evidenza la problematicità legata ad un preoccupante scarsa incidenza della quota delle attivazioni di posti di lavoro, che potremmo definire "stabili", a fronte di un perdurante momento economico di stagnazione, nonché di crescita economica del Pil prossima allo 0 che, certamente, inibisce qualsivoglia modalità assunzionale da parte del sistema imprese.
Stefano Olivieri Pennesi
(11 settembre 2014)
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