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Gestione dei rifiuti

Ci saranno nuovi inceneritori; via libera alla circolazione dei rifiuti da una regione all'altra

Oltre ai provvedimenti in materia edilizia e di estrazione di petrolio e gas, lo "sblocca Italia" si occupa anche di smaltimento dei rifiuti.

Abbiamo già parlato del decreto Sblocca Italia, soffermandoci in particolare sugli aspetti annunciati dal Premier e dal Ministro delle Infrastrutture nelle varie conferenze stampa tenute dopo il varo del provvedimento; il cui testo, peraltro, non è stato ancora pubblicato, anche se si conoscono particolari che non avevano trovato spazio nelle loro dichiarazioni.

Ad esempio, ci siamo occupati delle novità -non molto pubblicizzate dai media, in verità- riguardanti la “strategia energetica nazionale” e ne abbiamo dato conto nell’articolo pubblicato sul “Quotidiano della P.A.” due giorni fa. Ma questo non è il solo argomento “sensibile” (nel senso che provocherà forti contrapposizioni con i comitati ambientalisti, ad esempio, ma non solo) di cui si occupa il decreto.

Silvia Bia, su Il Fatto Quotidiano, dà notizia che nelle prime bozze del decreto ancora in fase di stesura, il Governo Renzi affronta di petto la questione della gestione dei rifiuti, una vera e propria “piaga” per un Paese ormai invaso da discariche a cielo aperto e cumuli di immondizia.

Secondo le prime indiscrezioni, Renzi intende imboccare la strada intrapresa dal Governo Letta -ed in particolare dall’allora Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando (oggi titolare del Dicastero della Giustizia)- accentuandone addirittura le misure. In sostanza, pur mantenendo “l’impegno per la raccolta differenziata”, la “scelta principale” sarà quella degli inceneritori; non contando solo su quelli già in attività, ma con la previsione di costruirne di nuovi.

In quest’ottica le discariche dovrebbero essere dismesse nei tempi consentiti; mentre la differenziata sarà certamente incentivata, ma alla fine si dovrebbe rivelare meno conveniente dal punto di vista economico, nei progetti del Governo, puntando invece gli investimenti su “altri forni”, che -secondo le notizie fornite da Il Fatto Quotidiano- saranno “gestiti da società partecipate con l’aiuto dello Stato” e, dovendo far tornate i conti, dovranno necessariamente “continuare a bruciare immondizia”.

L’altra questione da segnalare, riguarda sicuramente il progetto di individuare “una rete nazionale integrata e adeguata di impianti di incenerimento e coincenerimento di rifiuti”. In parole povere, significa che -accentrando le decisioni in merito a livello nazionale, per superare i veti delle varie regioni- i rifiuti potranno essere trasportati da una regione all’altra, per essere bruciati nei vari inceneritori presenti sul nostro territorio.

Naturalmente, seguendo questa strada, le polemiche fioccheranno,  dato che ben 30 dei 52 inceneritori attualmente esistenti sono ubicati in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, mentre il Sud ne è quasi sprovvisto. Il “caso Parma” ha probabilmente solo anticipato quello che potrebbe, infatti, succedere in altre realtà. Il sindaco del M5S non è riuscito a bloccare l’attivazione dell’inceneritore deciso dalla precedente amministrazione. Nei fatti, tuttavia, si è sviluppata al massimo la raccolta differenziata, togliendo “materia prima” all’inceneritore, che “più brucia, più guadagna”.

Le decisioni del Governo con lo “sblocca Italia” cambieranno completamente lo scenario, anche perché -come si è detto- sarà l’Esecutivo a decidere dove costruire i nuovi inceneritori e ad assumere tutte le decisione necessarie per garantire un “progressivo riequilibrio socio economico tra le aree del territorio nazionale”, tutelando salute ed ambiente.

Le indiscrezioni sui contenuti del decreto in materia di “gestione dei rifiuti” hanno già provocato alcune reazioni da parte di esponenti del Movimento 5 Stelle, secondo i quali i tre provvedimenti (d.l. 91, collegato ambientale e sblocca Italia) costituirebbero  “un vero e proprio attacco all’Ambiente da parte del Governo”.

Sul punto si aprirà sicuramente un aspro confronto, al quale parteciperanno anche  le associazioni ambientaliste. In sede di conversione del decreto legge le varie forze politiche avranno quindi occasione di confrontarsi su un tema sensibilissimo ed assumere le decisioni che riterranno più adeguate.

L’importante è che -con tutte le necessarie attenzioni e tutele per salute ed ambiente- finalmente si affronti e si risolva positivamente una questione fondamentale (la gestione dei rifiuti) sulla quale il nostro Paese è in ritardo di  decenni, a causa della pavidità, dell’incapacità e dell’incuria di chi era chiamato a decidere.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti :  alcune fra le più belle città del mondo e dei territori più affascinanti, pieni di storia e cultura, coperti di rifiuti, con tante piccole discariche a cielo aperto.

Ci deve pur essere un sistema migliore. O no?

 

 

 

Moreno Morando

(4 settembre 2014)

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