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Società

Abbiamo il diritto di difendere la famiglia tradizionale: Valerio Pece ci racconta il fenomeno Sentinelle in Piedi

Dopo le aggressioni fisiche e verbali subite domenica in numerose piazze italiane il "movimento" delle sentinelle in piedi sta catalizzando l'attenzione mediatica. Ma cosa sono le sentinelle e qual è il loro obiettivo?

Si chiamano Sentinelle in piedi, sono persone comuni, madri, padri, ragazzi, anziani. Si riuniscono in una piazza portandosi un libro da casa. E in silenzio, stando ciascuno al proprio posto, iniziano a leggerlo. La loro protesta silenziosa è rivolta al tentativo di mettere quello che loro definiscono "bavaglio" a chi pensa che la famiglia sia formata da un uomo e una donna ed è contrario alle adozioni da parte di coppie omosessuali. Domenica la più recente manifestazione in 100 piazze d'Italia. Ma il bilancio finale somiglia più a un bollettino di guerra: a Rovereto una sentinella col setto nasale rotto e altre con contusioni ricoverate in ospedale, a Torino e Bologna manifestanti aggrediti con calci e sputi, manifestazioni annullate in altre città italiane per l'impossibilità da parte delle forze dell'ordine di contenere i contro-manifestanti, madri con bambini fatte bersaglio di sputi e turpiloquio, rincuorate dalla Polizia. Insomma il fenomeno sentinelle in piedi mostra un nervo scoperto della società italiana e fa venire a galla un nuovo conflitto. “Ne abbiamo parlato con Valerio Pece, collaboratore del settimanale Tempi e attento osservatore del fenomeno Sentinelle in Piedi”

Cosa è accaduto domenica in molte piazze italiane?

Semplicemente era stata organizzata una delle veglie silenziose di sentinelle in piedi, la prima da tenersi in contemporanea in 100 piazze d'Italia. Manifestazioni organizzate naturalmente con il placet delle questure. E' accaduto però che numerose sigle eterogenee fra loro (Arcigay, anarchici, centri sociali) si siano coalizzate per esprimere il proprio dissenso nei confronti delle sentinelle in piedi, dissenso che non si è limitato a urla, slogan o effusioni pubbliche di coppie omosessuali, ma è trasceso in un vero e proprio attacco con pugni, calci, sputi. Quasi ovunque le forze dell'ordine hanno creato un cordone attorno ai manifestanti. Era surreale vedere i manifestanti di sentinelle, spesso famiglie con bimbi in tenera età, in silenzio e immobili, circondati da una folla esagitata e protetti da un cordone di polizia...



Cosa sono le sentinelle in piedi e per cosa manifestano?

Si tratta di un progetto che, ci tengo a sottolinearlo, è aconfessionale e per certi versi anche multiculturale (vi partecipano non solo cattolici ma anche musulmani, sikh e agnostici), nato per esprimere un dissenso pacato e civile contro il ddl Scalfarotto che mira ad introdurre il reato di omofobia in Italia. 

Dunque un gruppo che manifesta contro i diritti degli omosessuali?

Assolutamente no. Peraltro fra le sentinelle ci sono numerose persone con tendenze omosessuali che continuano a credere - assieme ad omosessuali famosi come Franco Zeffirelli, Rupert Everett, Dolce e Gabbana - non solo che il matrimonio riguardi un uomo e una donna, ma che ogni bambino abbia diritto ad un padre e una madre. Vede, noi crediamo che le persone con tendenze omosessuali siano prima di tutto persone. E una persona non può, non deve essere categorizzata in base alle proprie tendenze o pulsioni sessuali che afferiscono alla sua sfera privata. In quanto persona ogni omosessuale ha i miei stessi diritti e doveri. Va difesa allo stesso modo da discriminazioni e offese. Ma non credo che ciò debba passare attraverso una legge ad hoc.

In cosa il ddl Scalfarotto rischia di ledere i diritti delle persone?

Beh, partiamo col dire che se il ddl dovesse essere approvato ogni opinione - al di là di offese e ingiurie - potrà essere considerata come un reato. Per farle un esempio se esprimessi pubblicamente il mio dissenso nei confronti dell'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali sarei potenzialmente passibile di una condanna penale. C'è un principio giuridico fondamentale che il ddl ignora. Tutte le norme penali che prevedono un reato devono descrivere in maniera chiara la condotta che integra il reato. E' un principio di civiltà giuridica. In questo caso invece i contorni del reato sono incerti, fumosi, e rischiano di rendere intoccabile non solo il sacrosanto diritto delle persone - anche quelle con tendenze omosessuali - a non essere fatte oggetto di discriminazioni o ingiurie, ma l'intero complesso di quella che viene definita l'ideologia di gender. Insomma, si rende conto che in Italia sta cominciando una vera e propria battaglia culturale che in nome della non discriminazione e del contrasto dell'omofobia, vorrebbe introdurre nelle scuole, perfino negli asili, una educazione all'omosessualità dei bambini? Si va dall'esempio di Venezia dove sono stati distribuiti negli asili libri di fiabe gay e lesbo per bambini (con due principi azzurri che si sposano o due pinguini maschi che allevano un pinguinetto), agli analoghi libri di favole a tema omosessuale distribuiti (e poi ritirati) dall'Unar in asili e scuole primarie dell'Umbria. Quando si toccano i bambini viene violata gravemente l'intangibilità dei più deboli. 

Quindi perché il movimento sentinelle in piedi? 

Sentinelle in piedi, lo dice la stessa sigla. Si tratta di persone che arrivano in una piazza portandosi un libro da casa, un libro qualsiasi. Si sistemano a scacchiera e stando fermi al loro posto e in silenzio leggono il loro libro. E' una riflessione e un invito alla riflessione sullo stato della società e sui suoi orizzonti futuri. E' un invito a fermarsi e meditare, vegliare sul futuro che vogliamo lasciare ai nostri figli. C'è chi, come Roberto Saviano (che ultimamente si sente in dovere di dire la sua su ogni evento di cronaca) ha definito le manifestazioni pacifiche e silenziose delle sentinelle quale espressione di "violenza culturale". Forse non si aspettava la violenza fisica, reale, di domenica scorsa ai danni delle sentinelle. Ma qui non c'è alcuna violenza, solo l'esigenza di ricordare che l'essere umano ha un limite, una soglia oltre la quale è rischioso incamminarsi. 

Ciò che i greci definivano hybris, la tracotanza dell'uomo che supera il limite...

Esattamente! Quando penso al diritto di un bambino ad avere un padre e una madre e alla realtà di numerosi bambini che si vedono privare di questo diritto naturale, non voglio esprimere una condanna morale, un giudizio etico, ma solo interrogarmi su quali siano i valori fondamentali della nostra società contemporanea. I bambini sono diventati oggetto di un capriccio privato, vite in un certo senso pretese? Di più, la mia libertà di opinione può davvero essere limitata in base ad un decreto legge? Perché non dovrei essere libero di pensare e affermare che la famiglia è formata da un padre una madre e dei figli? Quando le idee vengono imposte per decreto si rischia di scadere in quella che Orwell definiva "ortodossia" nel suo profetico 1984. Speriamo davvero che ciò non accada in Italia e che il clima si rassereni consentendo un pacato confronto su questi temi.

Francesco Colafemmina

(7 ottobre 2014)

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