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Il punto sulla giornata politica

In Italia infuria la polemica, ma per Renzi "l'Italia puo' pensare al futuro"

In un videomessaggio il Premier ha voluto sottolineare il senso vero del suo viaggio nei luoghi che, piu' di ogni altro al mondo, rappresentano il "Futuro".

Tornando dal suo viaggio di cinque giorni negli Stati Uniti, Matteo Renzi ha voluto fare il punto della situazione con un videomessaggio pubblicato sul canale Youtube del Governo. Ancora una volta il Premier e segretario del PD ha scelto di differenziarsi nel modo più evidente possibile dagli altri protagonisti della scena politica italiana.

Anche ieri il tema centrale della discussione è stato quello dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori e, da Bologna dove si è riunito il vertice della Cgil, Susanna Camusso ha voluto scandire bene le parole minacciose rivolte in prima persona al Premier: “se si decidesse di procedere attraverso il decreto, bisognerà proclamare lo sciopero generale”.

Parole altrettanto pesanti sono arrivate dall’interno del Partito Democratico, con un’intervista al vetriolo di Massimo D’Alema e l’avvertimento di Pippo Civati: “se si tocca l’art. 18 nel PD c’è il rischio scissione”. Nella riunione della Direzione PD di domani è stata annunciata anche la presenza di Bersani e D’Alema, ma se si va al voto l’esito è assolutamente scontato a favore di Renzi.

Eugenio Scalfari, su Repubblica, secondo una sua inveterata abitudine -che risale almeno al periodo successivo alla morte di Enrico Berlinguer- ha sostanzialmente dettato una sorta di linea “anti-Renzi”.

Il fondatore del quotidiano romano, in sintesi, sostiene che in nessun statuto di partito c’è scritto che i parlamentari si devono adeguare alle decisioni della maggioranza, richiamandosi all’art. 67 della Costituzione, in base al quale “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Principio assolutamente pacifico, ma stiamo parlando di due cose diverse. Infatti, un grande giornalista come Scalfari sa perfettamente che il parlamentare è libero di esprimersi come ritiene più giusto, ma è altrettanto vero che un partito ha il diritto di darsi regole di comportamento e di organizzazione, nell’ambito di un altro articolo della Carta che, per la verità, non è mai stato pienamente attuato, l’art. 49, ma che -in ogni caso- rimane pur sempre il punto di riferimento.

Quella norma, infatti, recita che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Se il PD, domani, votasse a maggioranza il progetto sulla riforma del lavoro proposto da Renzi (cosa altamente probabile), sarebbe uno dei tanti modi per contribuire, appunto, con metodo democratico a determinare le scelte politiche del partito. Su questo non ci possono essere dubbi di sorta.

Un partito ha tutto il diritto di scegliere liberamente le soluzioni ritenute più giuste ed opportune per risolvere i problemi del Paese, seguendo le procedure organizzative che democraticamente si è dato. Se non fosse così, a cosa servirebbe un partito? Infatti, i suoi compiti principali sono l’elaborazione dei programmi e la selezione della classe dirigente, proprio per contribuire a determinare la politica nazionale.

Da segnalare anche l’intervento del Presidente della CEI ed arcivescovo di Genova card. Bagnasco, che incontrando i rappresentanti sindacali della Liguria ha affermato che “l’art. 18 non è un dogma di fede e la sua abolizione serve solo se crea posti di lavoro”.

Ebbene, in questa situazione caratterizzata da tensioni e scontri, tra forze politiche ed all’interno delle stesse, e fra queste e le organizzazioni sindacali, il Premier -con il suo videomessaggio- ha voluto lanciare messaggi diversi e pieni di speranza. Significativa, a questo proposito, la conclusione del suo intervento: “torniamo da questi cinque giorni convinti che la pagina migliore l’Italia la debba ancora scrivere, e tutti insieme la scriveremo”.

Il Presidente del Consiglio ha posto l’attenzione soprattutto sul “futuro” del Paese; ed è esattamente questo il messaggio complessivo che lui ha voluto dare proprio con il tipo di programma che ha caratterizzato il suo viaggio. Ci sono stati, naturalmente, anche i soliti incontri al vertice con capi di Stato, di Governo e delle organizzazioni internazionali.

Ma, principalmente, Matteo Renzi ha voluto evidenziare che lui ha visitato in California i luoghi che simboleggiano, più di ogni altro luogo al mondo, il “Futuro”; cioè la Silicon Valley, Stanford; incontrando gli startupper italiani, giovani scienziati di Twitter, Yahoo, Google ed altro.

In sostanza, il Premier -mentre in Italia i suoi avversari politici lanciano segnali minacciosi sull’art. 18- ha voluto dire altre cose e lanciare altri messaggi : “è un viaggio che ha preso le mosse dalla Silicon Valley, da S. Francisco, per dire che l’Italia può pensare al futuro”.

Detto questo, è evidente che domani, nella Direzione del Partito Democratico, sarà tutta un’altra musica.

Moreno Morando

(28 settembre 2014)

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