Condividi la notizia

Appalti pubblici

Interdittiva antimafia: il tempo non annulla il potere del Prefetto

Nessuna irrilevanza della sentenza penale sopraggiunta anche a notevole distanza di tempo dai fatti accertati. La sentenza del Consiglio di Stato sul caso Banda della Magliana.

La Prefettura della Provincia di Roma nell’ottobre del 2014 ha adottato una informativa interdittiva antimafia nei confronti di due società (una controllata ed una controllante), in quanto riconducibili alla gestione di un soggetto, quale amministratore di fatto, ritenuto quale prestanome e longa manus di-altro personaggio, di notevole spessore criminale legato alla tristemente nota “Banda della Magliana”.

Il TAR del Lazio, adito con ricorso proposto avverso il provvedimento prefettizio, con la sentenza n. 5205 del 2015, ha accolto il gravame, ritenendo che gli elementi posti a sostegno dell’informativa non avessero il carattere dell’attualità, in quanto la sentenza di condanna, per il delitto di usura, pronunciata dal Tribunale di Roma nei confronti del prestanome, riguardava fatti risalenti al 2001-2003, e ha annullato gli atti impugnati. Secondo il TAR capitolino, in altri termini, difetterebbe all’informativa l’indispensabile connotazione dell’attualità, non rilevando in contrario la data, ben successiva, di adozione della sentenza penale che ha definito il relativo giudizio di primo grado (peraltro appellata).

Avverso tale sentenza del TAR hanno proposto appello il Ministero dell’Interno, la Prefettura di Roma, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, e ne hanno chiesto, previa sospensione, la riforma, con conseguente rigetto del ricorso proposto in primo grado.

Il Consiglio di Stato ha mostrato di non condividere il ragionamento seguito dai giudici di primo grado e, con decisione n. 5678 del 15 dicembre 2015 ha accolto l’appello.

Secondo il TAR Lazio, infatti, ciò che assume rilevanza, è il periodo in cui sono stati consumati i fatti-reato, oggetto di condanna e anche solo di esame e di valutazione da parte del giudice penale.

Una simile lettura del dato normativo in materia, tuttavia, non ha convinto i magistrati di appello perché conduce ad una interpretatio abrogans dell’art. 84, comma 4, del D.L.vo n. 159/2011 e del valore estrinseco che alle sentenze di condanna, anche non definitive, tale disposizione assegna.

Infatti, a mente dell’art. 84, comma 4, lett. a), del d. lgs. 159/2011, le situazioni relative ai tentativi di infiltrazione mafiosa che danno luogo all’adozione dell’informazione antimafia interdittiva, di cui al comma 3, sono desunte, fra l’altro, «dai provvedimenti che dispongono una misura cautelare o il giudizio, ovvero che recano una condanna anche non definitiva per taluni dei delitti di cui agli articoli 353, 353-bis, 629, 640-bis, 644, 648-bis, 648-ter del codice penale, dei delitti di cui all’articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale e di cui all’articolo 12-quinquies del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356».

Ora ben può desumere e bene ha desunto l’Autorità prefettizia tali elementi dalla sentenza del Tribunale penale di Roma che, pur intervenuta nel 2013 e ancorché oggetto di impugnazione, ha condannato il protagonista di questa vicenda per il delitto di cui all’art. 644 c.p.

Ritenere che tale sentenza sia irrilevante, soltanto perché ha ad oggetto fatti risalenti nel tempo, significa introdurre un elemento della fattispecie – l’attualità del fatto di reato, oggetto di condanna – che non è contemplato dalla disposizione, la quale si limita a prevedere che la condanna per uno dei delitti-spia, quale che sia il tempo in cui è intervenuta, debba essere presa in considerazione dal Prefetto ai fini del rilascio dell’informativa.

Diversamente ragionando, del resto, ne discende la paradossale conseguenza che i tempi dell’accertamento dibattimentale, nella pienezza del contraddittorio, tornano a favore e non in danno del soggetto condannato, ancorché in via definitiva 

I giudici di Palazzo Spada hanno spiegato che ove si seguisse un simile ordine di idee si giungerebbe all’aberrante risultato che più si dilatano i tempi dell’accertamento dibattimentale ed aumenta la distanza, sul piano cronologico, della condanna dalla commissione dei fatti, tanto più irrilevante diventa l’incidenza della condanna sulla valutazione degli elementi di permeabilità mafiosa dell’impresa, trascurandosi però, in questo modo, di considerare che è spesso la complessità dei fatti e la molteplicità delle parti (e, non di rado, l’impiego di strategie processuali dilatorie), nei processi relativi alla criminalità organizzata di stampo mafioso o a reati connessi a tale tipo di criminalità, a condizionare pesantemente l’accertamento dibattimentale e la lunghezza del giudizio.

Tale lunghezza, con la conseguente sopravvenienza della condanna anche a notevole distanza di tempo dai fatti accertati, non può rendere irrilevante la sentenza di condanna, ai fini di cui all’art. 84, comma 4, lett. a), del citato D.L.vo n. 159/2011, nella valutazione del Prefetto, per il quale la condanna è un elemento attuale, ancorché intervenuta dopo molti anni dai fatti di reato, da cui egli desume gli elementi per valutare il pericolo di condizionamento mafioso.

Rodolfo Murra

(20 dicembre 2015)

© RIPRODUZIONE CONSENTITA Italian Open Data License 2.0
(indicazione fonte e link alla pagina)

DIVENTA FAN DEL QUOTIDIANO DELLA P.A.

Potrebbe Interessarti

Condividi la notizia

28 luglio 2015
Infiltrazioni criminali | L'attualità dei rapporti criminali non può escludersi dalla risalenza dei fatti accertati in sede penale. La sentenza del Consiglio di Stato n. 3653/2015.

 
 
Condividi la notizia

7 maggio 2016
Imprese e infiltrazione mafiosa | Ricostruzione dell'istituto ed ampia casistica nella sentenza della Terza Sezione del Consiglio di Stato del 3 maggio 2016 n. 17343.

 
 
Condividi la notizia

6 luglio 2015
Giustizia amministrativa | Nessun rapporto di automatismo tra un legame familiare, sia pure tra stretti congiunti, ed il condizionamento dell'impresa nei principi sanciti dalla Terza Sezione del Consiglio di Stato nella sentenza n. 3310 del 3 luglio 2015.

 
 
Condividi la notizia

10 dicembre 2015
Consiglio di Stato | Il rapporto di stretta collaborazione tra la società e la realtà politica locale compromessa con la camorra nella sentenza del 9.12.2015 n. 5606.

 
 
Condividi la notizia

26 aprile 2014
Lotta alla criminalità | Il Consiglio di Stato estende anche agli appalti di importo inferiore alla soglia comunitaria la possibilità di richiedere l'interdittiva antimafia.

 
 
Condividi la notizia

1 marzo 2015
Informativa prefettizia antimafia | I principi sanciti dalla Terza Sezione del Consiglio di Stato nella sentenza del 27 febbraio 2015.

 
 
Condividi la notizia

24 giugno 2015
A.N.AC. | Il Presidente dell'A.N.AC. evidenzia l'obbligo di integrare l'annotazione dell'adozione dell'interdittiva antimafia con quella del commissariamento.

 
 
Condividi la notizia

17 febbraio 2015
Antimafia | I principi sanciti nella sentenza della Terza Sezione del Consiglio di Stato del 17 febbraio 2015.

 
 
Condividi la notizia

5 aprile 2016
Attività imprenditoriali | Il Consiglio di Stato si pronuncia su una interdittiva che aveva permesso ad un Comune di dichiarare inefficace una S.c.i.a. per l'apertura di una sala giochi.

 
 
Condividi la notizia

17 novembre 2015
Registri dello Stato civile | I giudici di Palazzo Spada chiariscono il rapporto inter-organico tra Sindaco, ufficiale di Governo, e Prefetto nella materia in esame.

 
 
Condividi la notizia

9 febbraio 2015
Appalti | Euro 343.455,51 di risarcimento del danno da mancata aggiudicazione e danno curriculare nella sentenza del Consiglio di Stato del 9 febbraio 2015.

 
 
Condividi la notizia

2 aprile 2016
Riforma | C'è tanto da riscrivere a partire dal nome di battesimo. "I tempi stretti di redazione hanno comportato inevitabili refusi, incoerenze e difetti". I punti principali del parere 1 aprile 2016, n. 855.

 
 
Condividi la notizia

10 giugno 2015
Giustizia amministrativa | Tempi duri per gli avvocati prolissi. In Gazzetta Ufficiale pubblicato il decreto che fissa le dimensioni dei ricorsi e degli altri atti difensivi.

 
 
Condividi la notizia

10 dicembre 2014
MAFIA A ROMA | Infiltrazioni mafiose in Campidoglio, il ministro Alfano ha dato pieni poteri di accesso agli atti del Comune di Roma al prefetto Giuseppe Pecoraro.

 
 
Condividi la notizia

12 luglio 2014
Interdittiva antimafia | Il Consiglio di Stato precisa che la partecipazione alla cerimonia di commiato per la morte di un mafioso è un indizio che di per sé non è sufficiente a giustificare un'accusa di vicinanza ad un clan mafioso.

 
 

Ascolta "La Pulce e il Prof"

 
Il diritto divulgato nella maniera più semplice possibile
 
 

Comunicato Importante Selezione Docenti Accademia della P.A.

La Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, in vista dell’apertura delle sedi dell’Accademia della PA in tutto il territorio nazionale, ricerca e seleziona personale per singole docenze in specifiche materie delle Autonomie locali da svolgersi presso le Accademie della PA e per le attività di assistenza nelle procedure complesse nei Centri di Competenza.

Leggi il comunicato completo

 
 
 
 
Prof. Enrico Michetti
Enrico Michetti
 

Newsletter Quotidiano della P.A.

Copertina Gazzette
 
Registrati alla newsletter GRATUITA settimanale del Quotidiano della P.A. per essere sempre aggiornato sulle ultime novità.
 
 
 
 Tweet dalla P.A.
 

Incorpora le Notizie del QPA

QPA Desk

Inserisci sul sito del tuo Ente, sul tuo sito o sul tuo blog, le ultime notizie pubblicate dal Quotidiano della P.A.

Accedi all'interfaccia per l'inserimento cliccando sul pulsante di seguito:

 
 
Chiudi Messaggio
Questo sito utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per saperne di più accedi alla Informativa sulla Privacy. Procedendo nella navigazione, acconsenti all'uso dei cookie.