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LA BELLA ITALIA - PAESAGGIO

Pietrapertosa

Fa parte del club "I borghi più belli d'Italia".

Pietrapertosa è un comune italiano di 1.063 abitanti in provincia di Potenza. Posto all'altitudine media di 1.088 metri s.l.m., è il comune più alto della Basilicata. Situato al confine con la provincia di Matera, la sua posizione corrisponde esattamente al centro geografico della Regione.

Il suo territorio comunale, insieme ai territori dei paesi limitrofi, forma il Parco delle Dolomiti Lucane, catena montuosa di roccia arenaria spoglia, così chiamata perché la conformazione esclusivamente rocciosa della montagna, cui le sue case sono letteralmente aggrappate, assomiglia a quella delle Alpi (anche se la natura geologica è completamente diversa). Inoltre, alla stessa stregua delle Dolomiti dell'Alto Adige e di Cortina, le rocce di Pietrapertosa assumono spesso al tramonto la caratteristica colorazione rosata.

Pietrapertosa fa parte, insieme agli altri comuni lucani di Venosa, Acerenza, Castelmezzano e Guardia Perticara, del Club I borghi più belli d'Italia, che comprende quasi 200 località situate lungo tutto lo "stivale".

Il paese, che negli anni recenti si è dotato di una buona ricettività alberghiera (anche in virtù dei contributi dell'Unione Europea), ha assunto una vocazione essenzialmente turistica, dopo un passato basato da sempre sull'economia rurale di sopravvivenza.

Inoltre, la realizzazione di importanti attrattori turistici in comune con il vicino paese di Castelmezzano - come il Volo dell'Angelo (un percorso di volo di 3.000 mt., di andata e ritorno lungo due cavi d'acciaio ancorati su due contrapposti picchi rocciosi strapiombanti di una vallata), la Ferrata delle Dolomiti Lucane (una scalata su parete rocciosa per professionisti) e il Percorso delle Sette Pietre (percorso di trekking) - ha reso particolarmente famoso in Italia e all'estero questo paese ricco di tante particolarità.

Geografia

Il paese è costruito interamente sulla nuda roccia, quasi incastonato in essa, sfruttandone ogni più piccolo anfratto. Si snoda praticamente lungo l'unica strada principale, fino ai piedi dell'antico castello risalente all'epoca della dominazione romana. Tale fortificazione è dominata da un arco naturale che un tempo era luogo di vedetta e posto di sentinella.

Elementi connotativi non solo di questo posto ma anche di tutta l'area del parco sono le opere di incanalamento delle acque meteoriche (scavate nella roccia viva), presenti sul basamento roccioso, e i gradini scavati nel masso, che, pur essendo consumati dal tempo e dai turisti (essi portano infatti alla sommità dell'arco naturale), rimangono comunque una preziosità in tutto l'ambiente circostante.

Storia

L'antico nome della città, ovvero "Pietraperciata" (che significa pietra forata) era stato dato per via della presenza del foro in una grande rupe, visibile dalla città.

La datazione della sua fondazione è incerta, le teorie più accreditate la danno nell’VIII secolo a.C. ad opera dei Pelasgi, mentre stavano attraversando l'Italia meridionale. Essi costruirono le loro dimore nella parte bassa, per proteggersi da eventuali attacchi nemici e innalzarono fortificazioni sulle rocce.

Ai Pelasgi si sostituirono i Greci, giunti dalla costa ionica, i quali si spinsero verso l’interno portando le loro merci e i loro manufatti. Tracce della presenza ellenica sono testimoniate dalla forma ad anfiteatro di Pietrapertosa e nel nome di alcune località come "La costa di Diana". Successivamente si stanziarono i Romani che resero Pietrapertosa il loro Oppidum e costruirono una fortezza, ove attualmente si erige la chiesa di S. Francesco.

Durante le invasioni barbariche, fu occupata dai Goti e poi dai Longobardi, che inclusero Pietrapertosa nel gastaldato di Acerenza. Passò in seguito sotto la dominazione bizantina da parte del signore saraceno Bomar.

Fu proprio sotto il dominio dei Saraceni che Pietrapertosa vide la costruzione delle sue parti più caratteristiche. Nel periodo  Normanno-Svevo il paese diventò, data la sua posizione dominante della collina sottostante, uno dei più importanti centri strategici della Lucania e partecipò alla rivolta ghibellina contro il Papa nel 1268.

Durante l'epoca angioina, divenne feudo di Guglielmo Tournespè nel 1269, per poi passare sotto altri feudatari come Pietro de Burbura (1278) e Giovanni Borbone (1280). Con l'arrivo degli aragonesi, Pietrapertosa divenne possedimento dei Gozzuti, dei Grappini e dei Diazcarlon, conti di Alife. Nel XVI secolo, passò ai Carafa, agli Aprano, ai Campolongo, ai De Leonardis, ai Suardi, ai Iubero ed infine ai Sifola di Trani.

Nel giugno del 1647, il popolo pietrapertosano partecipò alla rivolta, poi duramente repressa, contro le gabelle imposte dai signori. Per sfuggire alle pene, i più poveri furono costretti ad allontanarsi dal proprio paese e, chi scappava senza versare le tasse, veniva dichiarato bandito. I fuggitivi furono così forzati a darsi alla macchia, compiendo depredazioni.

Nell’ottocento, durante la dominazione francese di Gioacchino Murat, Pietrapertosa fu centro liberale governato da un consiglio comunale, un decurionato, un sindaco e una guardia urbana per l'ordine pubblico, tutti nominati dal sovrano. In seguito partecipò ai moti antiborbonici del 1820 e del 1848. Nel 1860 alcuni pietrapertosani si unirono alla spedizione dei mille e, subito dopo, il paese fu coinvolto nel brigantaggio

Agli inizi del novecento, Pietrapertosa fu spopolata per via della malaria e dell’emigrazione verso le Americhe. Oggi Pietrapertosa conta poco più di 1300 abitanti e, grazie al suo paesaggio naturale e incontaminato, sta conoscendo una lenta ma progressiva crescita.

Luoghi d'interesse

Chiesa di San Giacomo Maggiore (Chiesa Matrice o Chiesa Madre). È stata costruita in periodo alto - medievale, nel 1400 circa. L'originario impianto romanico si è conservato integro, soprattutto nell'aspetto massiccio delle strutture murarie che, con i restauri più recenti, sono state riportate allo stato di pietra a vista, in modo da restituire alla chiesa l'antica solennità medievale.

Convento di San Francesco fondato nel 1474 dai Frati Minori Osservanti locali; al suo interno è conservato il dipinto Apparizione del Bambino a S. Antonio da Padova realizzato nel 1631 da Giovanni De Gregorio (detto il Pietrafesa), l'Immacolata del 1628 di Filiberto Guma e numerosi affreschi di Giovanni Luce.

Cappella di San Cataldo situata su un'altura, sotto il Castello Normanno - Svevo, quasi all'ingresso dell'abitato, è una piccola chiesa (forse la più antica del paese), eretta probabilmente nel XII secolo.

Portali lungo la Via Garibaldi (la strada che attraversa la parte bassa dell'abitato) costituiscono un residuo architettonico delle vecchie case, un tempo abitazioni dei notabili del paese.

Castello Normanno-Svevo situato sulla cima della roccia cui si aggrappa la parte alta dell'abitato (il quartiere dell'Arabata), complesso fortificato che risale all'epoca romana e che divenne importante all'epoca dei normanni nel IX secolo.

L'Arabata collocato nella parte più alta del paese ai piedi del Castello, è il rione più antico di Pietrapertosa. Il suo nome deriva dagli arabi che qui hanno avuto il dominio sul territorio per circa cinquanta anni.

Orologio Solare o Meridiana di Pietrapertosa. La Meridiana di Pietrapertosa, costruita di recente, è collocata sulla facciata di un edificio scolastico in Piazza Plebiscito. Assume importanza perché sul quadrante è riportato, in forma stilizzata, uno scorcio del vecchio panorama di Pietrapertosa, dove dominava il caratteristico picco roccioso (abbattuto in seguito a lavori di messa in sicurezza) del "Becco della Civetta".

Fonte: Wikipedia

Francesco La Scaleia

(19 ottobre 2015)

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