Crisi Ucraina
Stop al gas Russo in Ucraina
Attivato l'ultimatum russo all'Ucraina, dopo il mancato pagamento dei debiti accumulati con Gazprom. Vandalizzata l'ambasciata russa a Kiev. Si teme per le forniture di gas all'Europa.
Dalle 7.00 di questa mattina la Russia chiude i rubinetti del gas all'Ucraina. Lo stop segue l'ultimatum concesso da Gazprom al governo Ucraino per il pagamento di circa 2 miliardi di dollari di debiti pregressi e mai saldati. L'incontro promosso dall'UE fra Gazprom e rappresentanti del governo ucraino si è concluso nella tarda serata di ieri con un nulla di fatto: "Non abbiamo raggiunto alcun accordo. Le possibilità di incontrarsi nuovamente sono limitate" ha affermato il portavoce di Gazprom Sergei Kuprianov. Il Commissario europeo per l'Energia, Guenther Oettinger, che ha partecipato ai colloqui, si è tuttavia detto "non pessimista" in merito ad un accordo.
Da questo momento in poi, dunque, tutte le forniture di gas all'Ucraina, dovranno essere saldate con pagamento anticipato. Una misura che si tradurrà, in pratica, in un blocco delle forniture, con gravi conseguenze per l'approvvigionamento di gas del resto d'Europa.
Lo stallo nelle trattative è dovuto non solo al rifiuto dell'Ucraina di pagare il debito arretrato in un'unica soluzione, ma anche dal rifiuto del prezzo del gas offerto da Gazprom: 0,38 centesimi di $ al metro cubo. Kiev, dopo aver inizialmente proposto 0,26 centesimi si è detta pronta a pagare 0,32, ma mai il prezzo scontato offerto da Gazprom. Un prezzo che apparentemente è doppio rispetto al costo medio di shale gas statunitense (0,16 $ al metro cubo). Tuttavia lo shale gas andrebbe esportato dagli USA sottoforma di LNG raggiungendo (senza contare i costi di rigassificazione) un prezzo al metro cubo superiore a 0,50 $ al metro cubo (fonte: US Energy Information Administration). Questa ipotesi sarebbe tuttavia realizzabile solo nel giro di un decennio.
Lo spettro di un inverno molto freddo minaccia dunque l'Europa. E intanto a Kiev monta la protesta antirussa con l'ambasciata russa vandalizzata da un gruppo di attivisti e il ministro degli Esteri ucraino, Andrey Deshchitsa, che smette i panni del diplomatico davanti alle telecamere apostrofando con espressioni colorite Vladimir Putin.
Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha commentato affermando che la sua controparte ucraina "ha superato i limiti della decenza" e ha definito l'assalto all'ambasciata russa un vero e proprio "baccanale". E ha aggiunto: "Questa è una buona ragione per i nostri partners occidentali che supportano in ogni possibile azione il regime regnante in Ucraina, di ripensare a come questo regime sta usando i poteri ereditati dopo le proteste di piazza Maidan."
Francesco Colafemmina
(16 giugno 2014)
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