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Aereo malese abbattuto

Disinformazione in stile "guerra fredda": i russi modificano una pagina di Wikipedia

Subito dopo la diffusione della notizia della tragedia sono iniziati gli scambi di accuse reciproche tra Ucraina e Russia

In riferimento alla tragedia dell’areo malese abbattuto qualche giorno fa vicino al confine tra la Russia e la parte dell’Ucraina in mano ai ribelli filorussi, il quotidiano inglese Telegraph ha dato notizia di una modifica avvenuta sulla pagina di Wikipedia dedicata al drammatico evento.

Come si sa, subito dopo la diffusione della notizia, Ucraina e Russia hanno cominciato a rimpallarsi la responsabilità. La grandissima parte dei media internazionali, peraltro, danno credito alla versione secondo la quale sarebbero stati i filorussi a lanciare il missile terra-aria (sistema di difesa missilistica BUK).

Questo sulla base delle risultanze delle segnalazioni dei satelliti spia e di alcune intercettazioni di telefonate intercorse tra i ribelli ed esponenti dei servizi di sicurezza russi. Inoltre, alcuni ribelli filorussi avevano postato un tweet (poi rimosso) vantandosi dell’abbattimento nell’immediatezza della tragedia.

Ieri, da un computer situato a Kiev negli uffici della tv di Stato russa VGtrK, è stato operato un cambiamento sulla pagina di Wikipedia, postando la frase: “l’aereo della Malaysia Airlines è stato abbattuto dagli ucraini”. Evidentemente la frase è stata poi rimossa, perché non sono più riuscito a trovarla.

Questa battaglia all’insegna della disinformazione ci riporta indietro di tanti anni, ai tempi della guerra fredda, quando si faceva a gara un po’ a chi la sparava più grossa per “accaparrarsi” la benevolenza dell’opinione pubblica. Il problema è che i tempi sono cambiati, la tecnologia ha fatto passi da giganti e con internet ormai tutti possono sapere quasi tutto in pochi minuti.

Subito dopo l’abbattimento, da ambienti filorussi era filtrata la notizia che il missile sarebbe partito dalla forze militari ucraine, per colpire l’aereo (simile a quello malese) che riportava in Patria Putin dal Sudamerica. Il problema è che l’aereo presidenziale era passato non lontano da quelle parti, ma ben 37 minuti dopo l’abbattimento. Un tentativo di sviare le indagini, quindi, abbastanza risibile.

Putin non ha fatto mistero in questi ultimi anni di voler ricostituire qualcosa di simile alla “potenza sovietica” e si è dimostrato abilissimo sullo scacchiere diplomatico, approfittando anche dell’insipienza e dell’incapacità dell’Amministrazione americana, che sempre più assomiglia ad un elefante che si muove in una cristalleria.

Tuttavia, l’opera di disinformazione tentata in maniera così goffa in questa occasione è, probabilmente, il frutto delle antiche esperienze dell’attuale Presidente russo nei servizi di sicurezza sovietici (KGB). Dopo essere diventato membro del PCUS, Putin era entrato nei servizi segreti e poi inviato a Dresda, nella ex DDR, dove ha collaborato per anni con la Stasi, la famigerata agenzia di sicurezza della Germania dell’EST.

La settimana scorsa Vladimir Putin era volato a Cuba per “regalare” al Governo dell’isola caraibica oltre trenta miliardi di dollari, annullando in grandissima parte il debito accumulato nei confronti dell’ex Unione Sovietica.

In quell’occasione ha incontrato anche Fidel Castro, ritiratosi ormai da anni; ma l’ex “lìder màximo” deve aver sentito la nostalgia dei tempi andati, tanto che ieri si è lasciato andare ad una dichiarazione con la quale, “senza se e senza ma”, la responsabilità dell’abbattimento dell’aereo, a suo insindacabile giudizio, “dev’essere attribuita all’Ucraina!”.

Su questa vicenda mi limiterei solo ad una riflessione ed a qualche domanda. Ammesso e non concesso che le intercettazioni tra filorussi e servizi segreti russi siano “taroccate”, così come i risultati segnalati dai satelliti; e che lo sia anche il tweet (rimosso, ma poi recuperato) con il quale i filorussi rivendicavano l’attentato. Ammettiamo anche che i servizi segreti americani e tutte le altre agenzia di sicurezza occidentali dicano il falso, quando accusano i filorussi e, quindi, Mosca che li arma e li sostiene. Ammettiamo, quindi, per un momento tutto questo.

Ma se le cose stanno così ed i filorussi ( e Mosca) pensano in buona fede che siano stati gli ucraini, allora per quale motivo hanno impedito per giorni l’accesso sul luogo del disastro degli osservatori internazionali dell’OSCE? Perché non hanno consentito subito la ricerca e l’esame delle scatole nere e dei resti dell’aereo per poter accertare senza ombra di dubbio la responsabilità della tragedia?

Per impedire le immediate indagini sul relitto hanno anche vietato -con una decisione ignobile- il pronto recupero dei corpi delle vittime, consentito solo a partire dalla mattinata di domenica 20 luglio.

Perché tutto questo?

 

Moreno Morando

(20 luglio 2014)

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