ONU
Droga, Sottosegretario Ferri: "Ogni centesimo speso nella prevenzione è un prezioso investimento per l'intera società"
L'Italia è intervenuta a Vienna nella sessione annuale della Commissione Droga delle Nazioni Unite dedicata alla preparazione della Sessione Speciale dell'Assemblea Generale sul problema mondiale della droga.
L’Italia è intervenuta a Vienna nella sessione annuale della Commissione Droga delle Nazioni Unite, dedicata alla preparazione della Sessione Speciale dell’Assemblea Generale sul problema mondiale della droga (New York, 19 - 21 aprile 2016).
Nel pronunciare l’intervento a titolo nazionale, il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Cosimo Ferri, ha ribadito la richiesta dell’Italia affinché la comunità internazionale colga l’occasione offerta dall’UNGASS per riflettere su “cosa funzioni e cosa non funzioni” nelle politiche nazionali ed internazionali in materia di droga.
Ricordando che l’obiettivo ultimo delle tre Convenzioni ONU sulla droga è la tutela della salute ed il benessere dell’umanità, il Sottosegretario Ferri ha ribadito la richiesta dell’Italia affinché l’UNGASS 2016 promuova politiche autenticamente equilibrate, basate sul pieno rispetto dei diritti umani ed orientate alla tutela della salute.
A tal riguardo, egli ha rimarcato la richiesta dell’Italia affinché l’UNGASS 2016 promuova l’abolizione della pena di morte per i reati in materia di droga ed ha, inoltre, ricordato l’importanza di promuovere il principio di proporzionalità nei sistemi di giustizia penale, tramite risposte diversificate e proporzionate ai diversi fenomeni collegati alla droga, puntualizzando l’esigenza di prevedere sanzioni alternative per le condotte di minore gravità, anche al fine di raggiungere livelli accettabili nella popolazione carceraria e di assicurare cure e trattamento sanitario adeguati.
Il Sottosegretario di Stato, inoltre, ha ribadito la determinazione dell’Italia a continuare a contrastare il traffico di droga, anche tramite il rafforzamento della cooperazione internazionale, che vede il nostro Paese già fortemente impegnato, e la promozione dell’applicazione della Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale nonchè il ruolo centrale della società civile nella elaborazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche in materia di droga.
A tal riguardo, è stata ricordata la recente riunione organizzata dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri con le organizzazioni della società civile italiana e con le organizzazioni del privato sociale accreditato e le istituzioni competenti in materia, mirata a promuovere il dialogo in vista dell’UNGASS e della successiva attuazione delle sue raccomandazioni operative.
Le parole del sottosegretario Cosimo Ferri:
“Il ruolo della prevenzione è primario nell’affrontare il problema della droga, con particolare attenzione ai giovani. Ogni centesimo speso nella prevenzione - dalla prevenzione primaria alle misure di “risk and harm reduction” - è un prezioso investimento per l’intera società. L’UNGASS dovrebbe riconoscere che le politiche sulla droga sono efficaci solo se incentrate sulla persona umana, la sua salute ed il suo benessere”.
“L’Italia è impegnata a contrastare il traffico di droga e i collegamenti con le altre attività criminali, tra cui corruzione e terrorismo" continua il Sottosegretario Ferri "nel pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali ed in osservanza degli standard e delle norme delle Nazioni Unite. A tal riguardo, incoraggiamo gli Stati Membri a rafforzare l’applicazione della Convenzione del 1988 e della Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale e dei suoi Protocolli addizionali, in particolare ai fini del contrasto al riciclaggio e della confisca dei proventi del reato e dei beni dei narcotrafficanti e la loro destinazione ai fini sociali. Ad esempio dove si coltiva cocaina dobbiamo coltivare caffè, far capire alla società civile che esistono produzioni ed economie legali e proprio per questo sono positivi i progetti di diversi Paesi, che hanno iniziato quest’attività di conversione e hanno utilizzato i beni confiscati alla criminalità per progetti legali alternativi e con fini sociali”.
Paolo Romani
(15 marzo 2016)
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